La mia città

La mia città
Bellissima e lontana

lunedì 27 aprile 2020

L'amante - Marguerite Duras , 1984

Autobiografia appassionante della scrittrice francese. Il sentimento di fortissimo amore per la madre,  la cui profonda disperazione segna in maniera indelebile la vita dei figli, traspare in tutta l'opera. Per salvarsi dall'inaffidabilità di questa donna così amata, che ad un certo punto della propria vita, a causa di un grande dolore, diventa incapace di provvedere in alcun modo ai figli, la protagonista, nonostante la sua giovane età, dovrà affidarsi, nel bene e nel male, a sé stessa per poter avere un qualsiasi futuro.
Il profondo squilibrio della madre si rifletterà anche nella preferenza spiccata per uno dei tre figli e avrà conseguenze tragiche poiché il suo amore immutabile e incontrollabile si riverserà proprio su quel figlio la cui natura violenta e distruttiva tenderà a terrorizzare e sopraffare gli altri due. Una narrazione drammatica e sofferta nella quale amore, paura, sofferenza e solitudine si intrecciano per dar vita a pagine intense e indimenticabili.

venerdì 24 aprile 2020

UOmini e no - Elio Vittorini , 1945

Tema dell'opera è il conflitto insanabile che dilania l'essere umano, la terribile possibilità che egli ha in sé, di essere allo stesso tempo sia umano che disumano, sia vittima che carnefice. Il contesto scelto, un episodio della resistenza a Milano durante la seconda guerra mondiale, potrebbe benissimo essere sostituito da qualsiasi altro tempo e luogo in cui l'uomo si ritrovi a dover mettere a confronto i due estremi di un'umanità destinata a lottare contro se stessa. Un libro molto intenso e duro, ma indubbiamente un capolavoro. 

giovedì 23 aprile 2020

Care memorie - Marguerite Yourcenar , 1974

Mi rendo conto che, rileggendolo a distanza di anni, non ho modificato il mio giudizio su questo libro. Ho trovato entusiasmanti le pagine in cui l'autrice dà vita, nel suo modo chiaro, completo e attento, alla complessità del mondo interiore dei personaggi e tediose le pagine in cui si dilunga su interminabili e troppo particolareggiate descrizioni storiche che utilizza per inquadrare in un contesto più generale una famiglia e delle persone delle quali , alla fine, sa ben poco. Nell'insieme, comunque, il mio rimane un giudizio positivo.

venerdì 17 aprile 2020

Una frase, un rigo appena - Manuel Puig , 1969

"Amore, scrivimi, non lasciarmi in pena, una frase, un rigo appena calmeranno il mio dolor."
La storia si svolge attorno ad uno dei protagonisti, Juan Carlos, la cui vita viene in contatto, più o meno direttamente, con quella di tutti gli altri. La struttura non convenzionale della narrazione ci permette di conoscere persone e fatti sia dal punto di vista di tutti i personaggi coinvolti che da quello del narratore. Inoltre di ognuno veniamo a sapere, quando meno ce lo aspettiamo, tramite domanda e risposta fatta e data dall'autore stesso, la cosa che più gli piacerebbe e la cosa di cui ha più paura, in un'aspettata confessione della quale nemmeno loro hanno coscienza.
La figura di Juan Carlos non spicca né per bontà, né per intelligenza, o cultura o rettitudine, onestà, o altruismo.Anzi, al contrario,egli prende tutto quello che può da ognuno degli altri personaggi, senza farsi scrupolo di tradirli o ferirli. Ma, nonostante le sue scarse qualità e i suoi notevoli difetti, trapelano tra le righe la sua grande disperazione e la sua grande angoscia, dovute al fatto che ,
tutti quelli di cui lui approfitta, hanno, nonostante lui e a dispetto di lui, un domani di cui lui non farà mai parte se non nel ricordo, poiché lui un domani non potrà averlo. E nonostante egli cerchi di spremere dalla vita tutto quello che riesce, e nonostante la sua bellezza, il suo fascino e il suo successo con le donne, e le serate passate a giocare e a bere con gli amici, lui sa che non potrà mai più avere tutto quello che gli altri hanno senza sforzo: la possibilità di vivere il domani, di vedere gli anni futuri, di crescere, di invecchiare. E mentre la risposta alla domanda "Di cosa ha paura" è per ognuno una risposta contingente e relativamente semplice, per lui è una risposta esistenziale, perché la paura di Juan Carlos è quella, ben fondata, di morire.
Nell'insieme ognuna delle vite incontrate lungo la narrazione è piena di miserie, desideri non realizzati, compromessi e dolore. Ma d'altra parte, quale vita in parte se non completamente, non lo è? La differenza è che la vita di Juan Carlos, diversamente dalle altre, è una meteora, che è passata in fretta, ma ha lasciato una scia di cenere: egli ha invidiato tutti a causa del proprio destino amaro, e non ha avuto scrupoli di portare dolore nel destino altrui, né provato pena per la morte prematura e violenta del suo migliore amico (non era forse quasi gioia quella provata?); e le azioni compiute nei pochi anni da lui vissuti si trascineranno con conseguenze dolorose nella vita di tanti, eppure...egli nonostante tutto, non sarà ricordato solo con amarezza ma anche con grande amore e rimpianto. Bel libro.

mercoledì 15 aprile 2020

Il sanaporcelle

Sanare le porcelle significa castrarle, quelle che non si tengono a far razza, perché ingrassino meglio, e abbiano carni più delicate. La cosa, per i maiali, non è difficile, e i contadini la fanno da soli, quando le bestie sono giovani. Ma alle femmine bisogna togliere le ovaie, e questo richiede una vera operazione di alta chirurgia. Questo rito è dunque eseguito dai sanaporcelle, mezzi sacerdoti e mezzi chirughi. Ce ne sono pochissimi: è un'arte rara, che si tramanda di padre in figlio. Quello che io vidi, era un sanaporcelle famoso, figlio e nipote di sanaporcelle; e passava di paese in paese, due volte all'anno, a eseguire la sua opera. Aveva fama d'essere abilissimo: era ben raro che una bestia gli morisse dopo l'operazione. Ma le donne trepidavano ugualmente, per il rischio e l'amore per l'animale familiare.L'uomo roso si ergeva possente in mezzo allo spiazzo, e affilava il coltello. Teneva in bocca, per aver libere le mani, un grosso ago da materassaio; uno spago, infilato nella cruna, gli pendeva sul petto; e aspettava la prossima vittima. Le donne esitavano attorno a lui: ciascuna spingeva la vicina o l'amica a portare la sua bestia, con grandi esclamazioni e deprecazioni. Anche le scrofe pareva sapessero la sorte che le aspettava, e puntavano i piedi, o tiravano sulle corde per fuggire, e strillavano come ragazze impaurite con quelle loro voci così umane. Una giovane donna si fece innanzi con la sua bestia, e due contadini che facevano da aiutanti afferrarono subito la maialina rosea, che si dibatteva e gridava di spavento. Tenendola ben ferma per le zampe, che legarono a dei paletti conficcati in terra, la sdraiarono a pancia all'aria. La scrofa urlava, la giovane si fece il segno della croce, e invocò la Madonna di Viggiano, fra il mormorio di partecipe consenso di tutte le altre donne; e l'operazione cominciò. Il coltello ricurvo nel fianco dell'animale: un taglio sicuro e profondo, fino alla cavità dell'addome. Il sangue sprizzò fuori, mescolandosi al fango e alla neve: ma l'uomo rosso non perse tempo: ficcò la mano fino al polso nella ferita,afferrò l'ovaia e la trasse fuori. L'ovaia delle scrofe è attaccata con un legamento all'intestino: trovata l'ovaia sinistra, si trattava di estrarre anche la destra, senza fare una seconda ferita. Il sanaporcelle non tagliò la prima ovaia, ma la fissò con il suo grosso ago, alla pelle del ventre della scrofa; e, assicuratosi così che non sfuggisse, cominciò con le due mani a estrarre l'intestino, dipanandolo come una matassa. Metri e metri di budella uscivano dalla ferita, rosate viola e grige, con le vene azzurre e i bioccoli di grasso giallo, all'inserzione dell'omento: ce n'era sempre ancora, pareva non dovesse finir più. Finché a un certo punto, attaccata all'intestino, compariva l'altra ovaia, quella di destra. Allora, senza usare il coltello, con uno strattone, l'uomo strappò via la ghiandola che era uscita allora, e quella che aveva appuntata alla pelle; e le buttò, senza voltarsi, dietro di sé, ai suoi cani. Erano quattro enormi maremmani bianchi, con le grandi code a pennacchio, i rossi occhi feroci, e i collari a punte di ferro, che li proteggono dai morsi dei lupi. I cani aspettavano il lancio, e prendevano al volo, nelle loro bocche, le ovaie sanguinanti e poi si chinavano a leccare il sangue sparso per terra. L'uomo non si interrompeva. Strappate le ghiandole, rificcò, pezzo a pezzo, spingendolo con le dita, l'intestino dentro il ventre, ricacciandolo a forza quando quello, gonfio d'aria come un pneumatico, stentava a rientrare. Quando tutto fu rimesso a posto, l'uomo rosso si cavò di bocca, di sotto i gran baffi, l'ago infilato, e con un punto, e un nodo da chirurgo, chiuse la ferita.  L'operazione non era durata in tutto che tre o quattro minuti.
tratto da Cristo si è fermato a Eboli, Carlo Levi

La passatella

La passatella,in Lucania, è il gioco dei contadini. Nei giorni di festa, nelle lunghe sere d'inverno, essi si trovano nelle grotte del vino, a giocarla.Ma spesso finisce male; se non sempre a coltellate, in litigi e baruffe. La passatella, più che un gioco, è un torneo di oratoria contadina dove si sfogano, in interminabili giri di parole, tutti i rancori, gli odi, le rivendicazioni represse. Con una partita breve di carte si determina un vincitore, che è il Re della passatella, e un suo aiutante. Il Re è il padrone della bottiglia, che tutti hanno pagato; e riempie i bicchieri a questo o a quello, secondo il suo arbitrio, lasciando  a bocca asciutta chi gli pare. L'aiutante offre i bicchieri e ha diritto di veto: può cioè impedire a chi si appresta a bere di portare il bicchiere alle labbra. Sia il Re che l'aiutante debbono giustificare il loro volere e il loro veto, e lo fanno, in contraddittorio, con lunghi discorsi, dove si alternano l'ironia e le passioni represse. Qualche volta il gioco è innocente e si limita allo scherzo di far bere tutto a uno solo, che sopporta male il vino, o di lasciare a secco proprio quello che si sa amarlo di più. Ma il più delle volte, nelle ragioni addotte dal Re e dall'aiutante, si rivelano gli odi e gli interessi, espressi con la lentezza, l'astuzia, la diffidenza e la profonda convinzione dei contadini. Le passatelle e le bottiglie si seguono una all'altra, per delle ore, finché i visi sono accesi per il vino, per il caldo, e per il destarsi delle passioni, aguzzate dall'ironia e appesantite dall'ubriachezza. Se ancora non scoppia la lite, è in tutti l'amarezza delle cose dette, degli affronti subiti.
da Cristo si è fermato a Eboli, Carlo Levi

Il monachicchio

Il monachicchio è, secondo la tradizione lucana, uno spirito della terra che custodisce tesori nascosti nella natura : i fianchi dei monti, il fondo delle grotte, il fitto delle foreste sono pieni di oro lucente, che aspetta il fortunato scopritore. Soltanto, la ricerca dei tesori non va senza pericoli, perché è opera diabolica. E' inutile frugare a caso la terra: i tesori non appaiono che a colui che deve trovarli. E per sapere dove sono, non ci sono che le ispirazioni dei sogni, se non si ha avuto la fortuna di essere guidati da uno dei monachicchi.
Il tesoro appare in sogno, al contadino addormentato, in tutto il suo sfolgorio. Lo si vede, e si vede il luogo preciso in cui sta. Non rimane che andare a prenderlo. Ma bisogna andare di notte: di giorno il tesoro sfumerebbe. Bisogna andarci soli, e non confidarsi con anima viva: se sfugge una sola parola, il tesoro si perde. I pericoli sono spaventosi, nel bosco si aggirano gli spiriti dei morti: ben pochi animi sono così arditi da mettersi al cimento, e da portarlo, senza vacillare, a buon fine. E' molto più facile e meno deludente che non seguendo le indicazioni dei sogni, trovare un tesoro quando si riesce a farsene insegnare il nascondiglio, e a farcisi accompagnare da uno dei piccoli esseri che conoscono i segreti della terra. I  monachicchi sono gli spiriti dei bambini morti senza battesimo: ce ne sono tantissimi, poiché i contadini tardano spesso molti anni a battezzare i propri figli. Quindi i monachicchi sono esseri piccolissimi, allegri, aerei: corrono veloci qua e là, e il loro maggior piacere è fare alle persone ogni sorta di dispetti. Ma sono innocenti: i malanni non sono mai seri, hanno sempre l'aspetto di un gioco, e, per quanto fastidiosi, non ne nasce mai nulla di grave. Portano in capo un un cappuccio rosso, più grande di loro: e guai se lo perdono: tutta la loro allegria sparisce ed essi non cessano di piangere e desolarsi finché non l'abbiano ritrovato. Il solo modo per difendersi dai loro scherzi è appunto di cercare di afferrarli per il cappuccio: se si riesce a prenderglielo, il poverino ti si butterà ai piedi, in lacrime, scongiurandoti di restituirglielo, e pur di riaverlo ti prometterà di svelarti il nascondiglio di un tesoro. Ma tu non devi accontentarlo finché non ti abbia accompagnato, perché non appena riavrà il suo prezioso copricapo fuggirà e non manterrà la promessa.
da Cristo si è fermato a Eboli, Carlo Levi

Cristo si è fermato a Eboli - Carlo Levi, 1945

Il libro è la narrazione del periodo che l'autore, mandato al confino dal regime fascista, trascorre in un paesino della Lucania. Levi descrive con grande accuratezza la vita quotidiana, i costumi e le dinamiche di una società di paese, ottusa, impegnata in giochi di potere, vendette famigliari, gelosie, meschinità, e percorsa da passioni potenti che come correnti sotterranee l'attraversano e la scuotono tutta. Nella posizione più bassa di questa società ci sono i contadini, sfruttati da tutti, dai signori locali e dallo Stato; Stato che essi vedono sempre come un nemico e a cui si rassegnano senza comprenderlo. I contadini simpatizzano con i confinati, poiché, in quanto vittime della loro stessa sorte, gli si sentono legati ,allo stesso modo che ai propri simili, dal senso di un comune cattivo Destino di cui lo Stato è una delle forme. Ciò che tiene unito il tessuto sociale è un profondo sentimento di consanguineità che sostituisce il senso dello Stato e della religione che sono assenti; sentimento non da intendere come istituto familiare, vincolo sociale, giuridico e sentimentale, ma come senso sacro di comunanza: è il vincolo potente del comparaggio, il più forte legame tra uomini.
Unico baluardo della lotta contro lo Stato è il brigantaggio, che difende, senza ragione o speranza, la vita e la libertà del contadino e che rappresenta l'epopea del mondo rurale. Con esso la civiltà contadina cerca di difendere i propri valori e la propria cultura, contro l'altra civiltà che non comprende e che sempre l'assoggetta. Per questo per i contadini i briganti sono eroi, perché sono soldati della loro guerra nazionale contro lo Stato.
L'opera svolse un'importante ruolo di denuncia delle condizioni di miseria e di arretratezza del Mezzogiorno e fece si che una parte della piccola borghesia delle regioni interessate si rendesse conto della condizione umana dei propri simili.
Una lettura da non perdere.

martedì 14 aprile 2020

The ebony tower - John Fowles , 1974

Non amo i racconti,mi lasciano con qualcosa di sospeso,come se la loro brevità sia sinonimo di incompletezza. Di questo autore però mi stupisce una cosa,e cioè come riesca a cambiare il suo modo di scrivere a seconda della storia che racconta. Notevole

Bambini nel tempo - Ian McEwan , 1987

Un romanzo mal costruito, che si spinge lungo molte direzioni ma che non arriva da nessuna parte. Banale, senza tensione, senza un'identità precisa. Prosegue fiaccamente infilzando un'evento dietro l'altro senza qualcosa che leghi, amalgami il tutto. Manca il pathos. 

Vita nel Medioevo - Eileen Power , 1924

E' un libro imperdibile:la quotidianità del medioevo raccontata attraverso sei personaggi comuni,la cui vita è rimasta impigliata negli archivi,nelle lapidi funerarie,nei contratti,nelle lettere personali e commerciali,negli atti dei processi.
Lo consiglio vivamente a tutti.

Sotto la pelle - Michel Faber , 2000

Mi chiedo quali siano le motivazioni che hanno spinto l'autore a scrivere questo romanzo. Qualsiasi siano state non lo hanno aiutato: è una storia inefficace, piatta, senza pathos. Non approfondisce niente e non solleva alcuna questione in modo appropriato. Brutto libro.

domenica 12 aprile 2020

L'amore ai tempi del colera - Gabriel Garcia Marquez , 1985

Bello,come tutti i libri di Marquez,con quell'atmosfera magica e subacquea che ti trascina in un mondo in cui tutto sembra possibile. Lo so che non c'è niente di nuovo rispetto agli altri suoi racconti e che alla fine dice sempre le stesse cose ma...perdonatemi,lo amo incondizionatamente. 

I benandanti - Natalia Ginzburg , 1966

Bello, chiaro,esauriente,interessante. Accessibile a qualsiasi tipo di pubblico. Ci riporta indietro ad un universo mentale per noi quasi inimmaginabile, presentandoci testimonianze dirette, voci di persone esistite,pensieri di uomini e donne così lontani da noi nel tempo e nella sensibilità.

Il libraio - Règis de Sà Moreira, 2004

Banale in un modo assoluto,squisito e disarmante.
Non lo consiglio a nessuno e allo stesso tempo lo consiglio a tutti.
Praticamente l'ho divorato ed è come se non l'avessi letto.Ed ora mi viene il dubbio che lo scopo dell'autore fosse proprio questo:un libro in cui accade di tutto e assolutamente niente nello stesso tempo.

Sconosciuti in treno - Patricia Highsmith, 1950


L'albergo delle donne tristi - Marcela Serrano, 1997

Vi è un albergo,e vi sono delle donne.Ed esse portano con sè la loro solitudine e le proprie la creazioni e i propri conflitti.Cercano di guarire da ciò che affligge tutte le donne:il donar troppo se stesse,l'amare senza riserve,il dolore provocato dagli uomini.E' un buon libro nel quale ognuna di noi troverà sicuramente qualcosa che le appartiene.

La figlia di Burger - Nadine Gordimer, 1979

Forse non sono entrata nello spirito del libro o forse è un mio limite mentale e intellettuale...ma proprio quest'opera io non l'ho capita. Mi sono ritrovata in continuazione a rileggere frasi di cui non capivo il significato e a chiedermi inutilmente quali fossero le motivazioni che spingevano i protagonisti e le correnti che portavano avanti il romanzo.Niente da fare.

Le quattro casalinghe di Tokio - Natzuo Kirino , 1997

Una lettura noiosa dove i personaggi vengono percepiti come al di sopra delle righe , come se in loro vi fosse una forzatura e avessero una personalità improbabile e delle motivazioni che non convincono. Una trama che non avvince e che scorre in modo meccanico fino ad arrivare ad un finale dove i colpi di scena sono privi di intensità e la risoluzione del tutto è ingenua e senza mordente.

Tutto per bene. Come prima, meglio di prima , 1906

Appassionante e ricco di colpi di scena quest'opera scava in profondità nell'animo umano e ne trae drammi, angosce e dolori che ci scuotono nel profondo. 

Aspettando i barbari - J.M.Coetzee , 1980

Un bel libro, ben scritto, ben organizzato, sulla stupidità, l'ignoranza, la cattiveria, la limitatezza umana. Sulla paura dell'altro, l'intolleranza, la grettezza e la chiusura all'interno del proprio piccolo mondo. Il protagonista incarna il risveglio spirituale che sarebbe auspicabile per un'intera civiltà . Temi comuni anche se ben svolti e purtroppo attuali. Bella l'ambientazione sia geografica che storica.

Anni di cani - Gunter Grass ,1963

Mmmmmm........sono arrivata alla fine. Che faticaccia ma che soddisfazione. Ne valeva la pena? Si!

Elias Portolu - Grazia Deledda , 1900

La storia di Elias Portolu, figlio smidollato (in senso fisico e morale) di una famiglia di pastori sardi, che esce dal carcere giusto giusto per innamorarsi della fidanzata del fratello maggiore.Lei lo ricambia ma è un amore platonico avvelenato dai rimorsi.Dopo varie vicissitudini i due consumano il loro amore ma nemmeno allora sono contenti.Tutta colpa di Elias che è l'uomo più debole,indeciso e ipocrita del mondo.No no.Brutto libro.

Rebecca - Daphne Du Maurier , 1938

Una storia d'amore,una ragazza giovane e inesperta,un uomo bello e ricco che la sposa,un passato che ritorna,il precipitare degli eventi e ...il lieto fine. Il tutto condito da una narrazione avvincente e senza sbavature e da un'atmosfera romantica e un poco misteriosa. Non c'è niente da capire,non ci si deve interrogare su argomenti esistenziali,niente ingiustizie politiche o tirannie .C'è solo da sedersi e godersi un libro ben scritto e avvincente.

La possibilità di un'isola - Michel Houellebecq , 2005

Come sempre provo sentimenti contrastanti nei confronti di questo autore che trovo insopportabilmente cinico per alcuni versi ma odiosamente ragionevole per altri. Noiosa la parte centrale del racconto nella quale si perde nelle solite fantasie New Age con sesso promiscuo e uso di droghe, più intriganti quella iniziale e quella finale. Purtroppo le riflessioni sulla vecchiaia e sulla condizione di solitudine dell'individuo sono amaramente realistiche

Il ponte della Ghisolfa - Giovanni Testori , 1958

Non amo i racconti in generale. Ancor più non amo i racconti il cui finale non abbia uno scioglimento chiaro e questo libro in cui i racconti hanno un buon inizio ma un finale troppo vago mi lascia insoddisfatta. Troppo pochi gli indizi per tentare una "giusta" previsione di ciò che accadrà ai personaggi dopo la parola Fine. Peccato...perchè l'opera ha quell'ambientazione un poco equivoca di periferia e quell'amarognolo che sa di miseria che piace tanto a me.

Justine - De Sade , 1787

Appassionanti le argomentazioni pro e contro il vizio e la virtù. Finalino.

L'insostenibile leggerezza dell'essere - Milan Kundera , 1984

Un libro difficilmente commentabile visto la complessità che dimostra. Però davvero un capolavoro.Personaggi molto tormentati,con motivazioni psicologiche ed emotive che si sviluppano e si intrecciano a diversi livelli.Un lavoro di introspezione e di interpretazione onirica,che coinvolge tutti i personaggi,e si intreccia alla situazione storica e politica dell'epoca in cui è ambientato il romanzo. Una lettura davvero stimolante,che coinvolge sia a livello ideale che emotivo.

Medioevo e Rinascimento - Eugenio Garin , 1954

Garin sostiene che non si può parlare nè di continuità nè di rottura tra Medioevo e Rinascimento:se è vero che anche durante il Medioevo non si perdono i contatti con la tradizione culturale classica,è altrettanto vero però che la grande fioritura rinascimentale avviene solo quando si modificano le condizioni civili e sociali dell'Europa,a partire dal suo centro più importante,Firenze.
Libro abbastanza tecnico che non consiglio a chi non abbia nessuna conoscenza dell'argomento trattato.

Il dottor Zivago - Boris Pasternàk , 1957

Questo romanzo è sia una grande storia d'amore che una malinconica riflessione sulla storia della Russia del periodo della rivoluzione. L'amore in questione è sia quello romantico e sensuale tra il protagonista e la donna della sua vita, che quello per la patria, per la cultura, per la libertà e per l'umanità in generale. Se le parti descrittive frenano a volte l'impeto del romanzo i dialoghi ne costituiscono la forza e gli ideali del protagonista ci entrano nell'anima e ci fanno sognare e riflettere insieme. 

La famiglia Moskat - Isaac B. Singer , 1950

Un bel libro...forse un po' lontano e un po' lento,ma ci si abitua presto a questa prosa un po' datata nel tempo e negli argomenti...e alla fine risulta un bel libro!I personaggi sono tantissimi ma descritti così bene e in modo così vivo che sembrano i nostri vicini di casa.La parte storica è curatissima e lo stesso la descrizione dei luoghi.L'argomento religioso ha un'importanza profonda e forse è un pò questo che me lo ha reso lontano..come tutti i libri scritti dagli autori ebrei.Comunque sicuramente da leggere.

La linea d'ombra - Joseph Conrad , 1916

Un libro piccolo che si legge tutto d'un fiato per la sua atmosfera angosciosa e irrequieta. Affascinante 

Il processo - Franz Kafka , 1925

Angoscia: il non sapere mai la causa del processo; il fatto che sia stato affidato ad un tribunale segreto; la sua totale dipendenza dall'umore di impiegati vendicativi dalla conoscenza e dalla competenza parcellizzate; le forze che abbandonano l'imputato e la sua progressiva spossatezza fisica e morale; la sua vita che viene lentamente ma inesorabilmente assorbita dalla causa.
Per non parlare del finale......

11.22.63 - Stephen King , 2011

Qui c'è qualcosa che non va! Ho versato una lacrimuccia leggendo un libro di Stephen! Del mio adoratissimo Stephen!!!!
Mi si è rammollito il re del brivido? Ha scritto un romanzo proprio senza brividi,peggio di Cuori in Atlantide? Ma che mi importa! Lo amo sempre,mi piace sempre e non lo lascerò mai!

Recensione del tutto acritica da parte di fan sfegatata.

Duma Kei - Stephen King , 2008

Credo sarebbe stato più riuscito se realizzato sotto forma di racconto lungo. Pagine e pagine di niente e il succo che si svolge in pochissime. Uno Stephen King assolutamente non all'altezza.

America - Franz Kafka , 1927

Un'angoscia tremenda accompagna il lettore dalla prima all'ultima pagina, e lo fa sentire come invischiato in una gigantesca tela ,travolto da un'ineffabile cospirazione che toglie ogni speranza di salvezza o lieto fine

Il giardino dei Finzi-Contini - Giorgio Bassani , 1962

Una scrittura troppo calcolata,troppo impostata. Non mi ha dato emozione nè tanto meno coinvolta. E tutto questo non a causa dell'argomento ma proprio dello stile .Peccato,mi aspettavo di più.

La famiglia Winshaw - Jonathan Coe , 1994

Un libro veramente brutto! Capisco perchè quello che lo aveva ricevuto in regalo ha deciso di venderlo al mercatino dell'usato nel quale l'ho comprato io!

L'amore fatale - Ian McEwan , 1997

A contrario degli  altri romanzi dello stesso autore letti in precedenza l'amore fatale mi ha decisamente annoiato. Procede lentamente senza incisività ,senza incuriosire ne agganciare l'attenzione del lettore.

Storia dell'assedio di Lisbona - Josè Saramago , 1989

Divido questo libro in due parti:la prima che scorre lenta e quasi mi fa venir voglia di lasciar perdere tutto;la seconda che scorre come un treno. Queste due parti non sono necessariamente in ordine lineare,ma a volte si sovrappongono e a volte sono presenti contemporaneamente intrecciandosi una con l'altra in modo inestricabile. Avrei dovuto in effetti chiamarle "temi":il tema dell'assedio e del lavoro del revisore,e il tema della storia d'amore.O avrei dovuto chiamarle immagini:una che rappresenta una città e l'altra che rappresenta un sentimento...Non so,con Saramago tutto è possibile.
Di una cosa sono sicura: la storia d'amore è formidabile.

Il resto diniente - Roberto Striano , 1986

Libro drammatico..d'altra parte è un romanzo storico,e la storia si sa..non è mai tenera con i sui protagonisti.Una protagonista eroica.E poi...il resto di niente.Noioso. 

Cent'anni di solitudine - Gabriel Garcia Marquez , 1997

Non ringrazierò mai abbastanza questo splendido libro e questo splendido autore per avermi aperto le porte di quel lussureggiante paradiso che è la letteratura sudamericana.

Il sentiero dei nidi di ragno - Italo Calvino , 1947

A me questo libro è piaciuto; mi è piaciuto come Calvino racconta in modo semplice storie che semplici non sono affatto.E anche il protagonista,Pin, mi è piaciuto e mi ha intenerito la tristezza di questo bambino che sta con i grandi,che non capisce e che nemmeno gli piacciono, perché non sa stare con i piccoli, poichè non sa esser bambino chè nessuno glielo ha mai insegnato nè permesso. Di lui Calvino dice.."Pin si trova nel suo adesso,in mezzo ai grandi,gente insieme nemica e amica,gente da scherzarci insieme fino a sfogare quell'odio che ha contro di loro." Ho letto questo libro la prima volta a 15 anni.Lo rileggo adesso da adulta e lo apprezzo sinceramene di più.

La caduta dei giganti - Ken Follett , 2010

Uno dei libri più brutti che abbia mai letto! Banale banale banale. Mal scritto. Noioso. Senza pathos. Senza profondità. Addio Ken Follett, a mai più rivederci, perchè se è vero che sbagliare è umano, è anche vero che perseverare è diabolico!

Argo il cieco - Gesualdo Bufalino , 1989

Come sempre di Bufalino mi intriga la maestria nello scegliere e soppesare le parole,l'audacia nel disporle in frasi che sembrano prendere il volo per quanto adornate di inusuali svolazzi.
Meno intrigante stavolta il soggetto che,come lo stesso autore dichiara e ammette,è subordinato all'esercizio della scrittura.
In ogni caso Bufalino rimane sapiente maestro nell'arte dello scrivere.

L'isola sotto il mare - Isabel Allende , 2009

Bello è bello, come lo sono tutti i libri dell'Allende che scrive in quel modo impetuoso, che ti prende e ti porta in un'altra dimensione Però non è uno dei migliori:a tratti un po' noioso, un po' prolisso, un po' scontato, un po' troppo di ogni cosa... 

La strada per Los Angeles - John Fante , 1985

Saprebbe fare tutto, sarebbe il migliore in assoluto se solo ci si mettesse,potrebbe risolvere ogni conflitto mondiale,emergenza umanitaria,disastro ecologico...Ma perchè scomodarsi? I libri di Fante come quelli di Bukowski sono solo da leggere non da raccontare.

Girl with a pearl earring - Tracy Chevalier , 2000

Bello, una lettura piacevole. Interessante,ben strutturato,ben scritto. Non un capolavoro ma un bel libro. Se siete stati in Olanda ritroverete sicuramente nel libro la descrizione delle città tipiche dei paesi bassi con le loro case strette e le loro chiese austere. 

Gioacchino Volpe - Il Medio Evo , 1927

E' un libro piacevole ma,come dichiarato dall'autore stesso,rivolto ad un pubblico non specializzato.Ottimo se usato come punto di partenza per letture più approfondite e mirate.Altrimenti troppo superficiale:cerca di parlare di tutto senza in effetti approfondire niente.