La mia città

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Bellissima e lontana

mercoledì 20 maggio 2020

Itaca per sempre - Luigi Malerba , 1997

Tutti noi conosciamo la storia del ritorno in patria di Ulisse, l'abbiamo studiata a scuola, magari abbiamo letto l'intera opera per nostro piacere personale. Eppure Malerba ci racconta una storia nuova e inaspettata; o meglio, gli eventi sono gli stessi, ma le motivazioni e le spinte interiori, i sentimenti che ci vengono presentati e descritti sono del tutto nuovi. E così gli stessi personaggi, nonostante compiano le stesse azioni, infinite volte narrate e infinite volte ascoltate, agiscono con motivazioni originali e inaspettate.
 Per cui Penelope, che conosciamo come sposa fedele, passiva, e incapace di riconoscere il proprio amato dopo vent'anni di lontananza, diventa una donna passionale e orgogliosa che non solo riconosce Ulisse al primo sguardo, ma che decide di fingere di non riconoscerlo, per vendicarsi della mancanza di fiducia che egli manifesta nei suoi confronti non svelandole direttamente la sua identità. Il mancato riconoscimento da parte sua pone Ulisse in una posizione di insicurezza emotiva che egli certo non si aspettava di dover sostenere, e istilla il dubbio nel cuore di tutti quelli ai quali  invece egli si era subito rivelato.
E Ulisse che conosciamo, e che è noto a tutti, per la sua intelligenza, la sua inventiva e la sua arguzia, non riesce in alcun modo a capire il comportamento imprevisto della sua sposa e le vere ragioni che si celano dietro di esso. Prima è amareggiato dal fatto che Penelope non lo abbia riconosciuto; poi, di fronte alle allusioni di lei, sospetta che si tratti di una vendetta nei confronti di uno sposo che ha tardato tanto a ritornare in seno alla propria patria e alla propria famiglia, e ha invece continuato a vagabondare per altri dieci anni dopo la fine della guerra, condannando la sua sposa a vent'anni di solitudine e di angosciante attesa; infine arriva a dubitare di se stesso e a volersi vendicare per il comportamento offensivo di Penelope minacciando di andarsene  lasciandola nuovamente alla sua amara e triste solitudine.
Nel nuovo Ulisse che le si presenta davanti dopo tanti anni, Penelope trova tratti che glielo rendono odioso e alieno. La offendono crudelmente la sua incapacità di fidarsi di lei e della sua onestà, il suo dubitare della sua virtù nonostante sia proprio lui quello che,secondo le notizie arrivate ad Itaca nel corso degli anni, l'ha tradita con donne incontrate in paesi lontani. Anche il modo sanguinario e spietato con il quale Ulisse uccide i Proci per vendicare le offese subite e impadronirsi nuovamente del trono la sconvolgono: vedere in azione il selvaggio Ulisse la fa riflettere su chi o cosa siano veramente gli eroi cantati dai poemi, cioè uomini senza pietà che tolgono con violenza e ferocia la vita ad altri uomini. Penelope confronta quest'uomo nuovo che le sta davanti con quello che per vent'anni ha sognato e ricordato con nostalgia: di Ulisse amava la capacità inesauribile di correre con il pensiero e con l'immaginazione, e l'arte ineffabile di sapere non solo raccontare le cose che gli accadevano, ma di farle accadere per poterle raccontare.  Alla fine questa donna fiera e onesta si trova a dover scegliere tra  una nuova e insostenibile solitudine e la rinuncia della vendetta verso lo sposo che ama nonostante tutto. Consapevole che, poiché le verità del mondo sono tante, vale quella che si ha scelto, ella sceglie di riconoscere Ulisse e di amarlo come il proprio sposo.
Davanti al riconoscimento di Penelope Ulisse abbandona i propositi di vendetta che lo portavano a lasciare nuovamente Itaca, e si costringe a dedicarsi ad una vita sedentaria con la sua sposa, seppellendo nel profondo di sé il suo inestinguibile desiderio di avventura.
Credo non sia impresa facile raccontare una storia che tutti conoscono senza mai annoiare il lettore ma proponendogli anzi punti di vista originali dai quali guardare la storia. Ebbene Malerba ci è riuscito e ha scritto un bel libro dalle atmosfere evocative che si fa leggere tutto d'un fiato.

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