Ho letto parecchi libri di Roth e,ad eccezione di uno,mi sono anche piaciuti molto. Nonostante ciò alcuni passaggi li ho trovati non molto immediati e ho dovuto tornarci sopra più di una volta per capirli pienamente. Naturalmente potete liberamente pensare che io sia non troppo sveglia,e se è questo che avete pensato, vi assicuro che non me la prendo.
La cosa bella è che mentre leggevo questo libro,il primo di questo autore che leggo in lingua originale,le frasi,i concetti,le costruzioni,scorrevano fluidamente senza incepparsi mai. E pensare che mi faceva davvero paura affrontare Roth nella sua lingua madre,visto che nella mia mi creava qualche difficoltà. Invece.....
Ma tornando a questo libro in particolare,beh,è stato leggermente diverso dai soliti di Roth, per quanto riguarda lo stato incorporeo dell'io narrante. Per il resto i temi sono gli stessi cari all'autore,cioè le contraddizioni dell'America del dopoguerra dove ipocrisia e bigotteria si scontrano con i nuovi movimenti giovanili e con il crollo dei valori tradizionali; il rifiuto della religione ebraica da parte del protagonista e la sua incapacità di adeguarsi e riconoscersi nelle tradizioni familiari,nonostante il forte affetto che lo lega ai propri genitori,e in quelle scolastiche nonostante sia un ottimo studente;lo spauracchio del Comunismo e l'incubo della guerra fredda; il fallimento della religione come guida spirituale dell'uomo e il suo ruolo fondamentale nella diffusione e nel mantenimento dello stato di ignoranza e di asservimento morale dell'umanità.
Nonostante non sia stata un'opera particolarmente originale ,il talento di questo autore e il mio quasi totale accordo su tutti i concetti che egli esprime ne fanno un libro che è valsa la pena leggere.

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