La mia città

La mia città
Bellissima e lontana

mercoledì 8 aprile 2020

Fontamara - Ignazio Silone, 1933

Premetto che di quest'autore non conoscevo niente e che quindi mi ci sono accostata senza aspettativa di nessun tipo. Ed è stata una piacevolissima scoperta: mi sono trovata davanti ad un libro,scritto nel 1933,in uno stile modernissimo,capace di affascinarmi completamente sin dalle prime pagine e farmi calare in una società rurale,chiusa,ignorante e senza speranza di promozione né economica né sociale ne culturale. Siamo in un paesino di montagna del sud Italia ,agli albori dell'avvento del fascismo,tra gente così povera e ignorante che è vittima designata di ogni sopruso e angheria.Siamo tra i cafoni:contadini,piccoli proprietari di terre avare e fittavoli,braccianti,mezzi morti di fame,analfabeti,persi tra liti,debiti e ipoteche.Siamo tra la fine di una guerra e l'inizio di un'altra;siamo nell'abisso tra cafone e cittadino;siamo tra gente incapace di afferrare il quadro storico in cui vive,l'evolversi della società che la circonda al di fuori del misero paese;siamo tra persone in balia di chiunque,costretti ad obbedire a leggi che non capiscono,a un governo lontano e sconosciuto,a padroni senza scrupoli.
In questo libro Silone ha criticato duramente il neonato partito fascista,denunciandone gli abusi,la vigliaccheria e la crudeltà dei suoi squadroni e pagando con l'esilio la propria opposizione al regime,e ha denunciato la stessa arretratezza della società rurale italiana lasciata nell'ignoranza più nera e sfruttata e angariata.
E a proposito di questo voglio ritornare alla modernità dell'opera che si potrebbe riassumere in una frase del libro: "Quando c'è la fame,i cafoni hanno avuto sempre un solo scampo:divorarsi tra loro."
Il libro è stato scritto nel 1934;ora siamo nel 2012,ma non c'è niente di nuovo sotto il sole.
Un libro davvero notevole.

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