La mia città

La mia città
Bellissima e lontana

sabato 10 marzo 2012

RAGAZZI DI VITA - Pier Paolo Pasolini, 1955



"Con quell'aria tenera come l'olio,i contorni limpidi delle cose,la tiepidità del venticello in cui c'era come una sonnolenza d'aprile,si aveva l'impressione che fosse un giorno di festa."
Questo libro è un faro puntato su un'umanità di solito trascurata.E' la voce del sottoproletariato delle periferie romane, che conduce una vita di seconda categoria,che costituisce un universo parallelo a quello della Roma borghese della dolce vita che si svolge nelle vie illuminate e nei locali del centro.Apriamo gli occhi su un mondo di miseria,di povertà,di sporcizia,dove l'abusivismo edilizio e gli scarichi delle fabbriche piagano il paesaggio delle campagne, e le famiglie degli sfrattati vivono nelle aule e nei corridoi delle scuole occupate.
E gli occhi attraverso i quali Pasolini ci fa vedere sono quelli dei fanciulli:del Riccetto,dell'Alduccio,di Genesio,del Caciotta.
E le parole con le quali ci fa sentire i loro pensieri sono quelle del loro dialetto,il romanesco.Così li vediamo crescere,sopravvivere ad un'infanzia abbandonata,trascurata e violenta ,tra le botte prese in famiglia e quelle prese dai "grossi" per strada,trasformandosi in adolescenti duri e demotivati,che si muovono in un sottomondo pericoloso fatto di violenza,depravazione,degrado e si vendono con indifferenza per poche lire da spendere in un cinema o in un bar.
Questa vita abbandonata li rende psicologicamente ed emotivamente aridi,incapaci di vedere l'anormalità e l'ingiustizia dello squallore che li circonda,e li rende passivi,disposti ad accettare  senza riflettere e senza lottare il destino che sembra aver loro riservato.Non c'è desiderio di riscatto in questi ragazzi,ma solo ottusa accettazione e incapacità di andare oltre.
Romanzo davvero bello che all'epoca ha suscitato molte polemiche ed è costato al suo autore un processo per oltraggio al pudore.

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